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è stato attivato troppo presto. Di solito è un indicatore di un codice nel plugin o nel tema eseguito troppo presto. Le traduzioni dovrebbero essere caricate all'azione init
o in un secondo momento. Leggi Debugging in WordPress per maggiori informazioni. (Questo messaggio è stato aggiunto nella versione 6.7.0.) in /web/htdocs/www.arezzo-2020.it/home/wp-includes/functions.php on line 6114cookie-law-info
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o in un secondo momento. Leggi Debugging in WordPress per maggiori informazioni. (Questo messaggio è stato aggiunto nella versione 6.7.0.) in /web/htdocs/www.arezzo-2020.it/home/wp-includes/functions.php on line 61141 novembre 2019
Sala affollata e gente in piedi, così si è presentata l’Aurora mercoledì sera. Una slide con un prato verde e la scritta “il tempo di cambiare” fa da sfondo alla discussione coordinata da due donne. E’ una platea numerosa e variegata: c’è chi in anni recenti ha proseguito un impegno in qualche organizzazione e chi la politica l’ha seguita a distanza; c’è chi alle scorse elezioni comunali stava da una parte e chi da un’altra e chi da altre ancora; c’è chi interviene richiamando il mondo intorno a noi e chi si proietta sulle tematiche locali – un vecchio slogan diceva “pensare globalmente e agire localmente”-. Anagraficamente età media e alta, con alcune presenze giovanili, ma così è lo stato dell’arte, almeno ad oggi.
In sala si respira una consapevolezza comune: occorre contrastare questa destra regressiva e pericolosa che è divenuta egemone nella società e da questa riceve consensi, specie dalla parte più debole e impaurita del futuro. Come rispondere, e bene, è il punto che si va cercando e la qualità della risposta sarà decisiva anche per affrontare le prossime elezioni comunali, fondendo valori, che fanno da spartiacque, a concretezza della proposta, che deve essere capace di parlare sul serio ai bisogni avvertiti specialmente da una parte della società. E qui c’è la proposta della serata: costruire ad Arezzo una lista di sinistra che raccolga e riunifichi le istanze progressiste, ambientaliste, civiche, solidali e per il bene comune – come scritto nell’appello di convocazione – e presenti una concreta speranza di un futuro migliore per l’intera comunità aretina: per “ritrovare l’estasi del camminare eretti”. A questo proposito, lo spirito che aleggia all’Aurora è complessivamente costruttivo, perché tutti o quasi ritengono che occorra dare vita ad un fatto nuovo che guardi avanti, permetta ad una parte di elettorato di avere una lista che lo rappresenti davvero e si metta in condizione di dialogare con pari dignità e spirito positivo anche con altre esperienze o partiti, per verificare le condizioni di una auspicabile alleanza, vasta e popolare, senza la quale l’attuale maggioranza avrebbe la vittoria in pugno.
All’assemblea sono presenti e intervengono anche rappresentanti sindacali e di organizzazioni ambientaliste e culturali; sul versante politico ci sono anche persone che rappresentano il Pd o sono impegnate nei 5 Stelle. Insomma, una parte dei potenziali soggetti per una riscossa, importanti ma non esaustivi perché servono energie vecchie e nuove che stanno fuori da questi paraggi e che si cimentino in un’impresa che profumi di cambiamento. Prematuro dare per scontate alleanze o parlare di candidati a sindaco, la buona politica inizia dalle idee e questo è il metodo giusto per ridare un valore alla politica, un senso alla sinistra e un significato alla partecipazione. A questo fine i promotori dell’assemblea dispongono di una buona base rappresentata dal contributo di “idee per il futuro Arezzo”, proposte raccolte in un libretto frutto di incontri preliminari con persone e gruppi. Un piccolo ma prezioso lavoro, che ad Arezzo ad ora nessun’altra organizzazione ha prodotto. Certamente da implementare con altri contributi.
In un panorama stagnante, dove tutto pare fermo e moscio, l’assemblea all’Aurora, dunque, ha già rappresentato il primo fatto politico reale e significativo, che non verrà raccontato da certi media locali più che altro interessati a discutere di toto sindaco. L’assemblea si è impegnata a riconvocare un prossimo appuntamento per discutere un piano di lavoro che con cura costruisca una minima ma indispensabile organizzazione e disegni un’azione esterna volta a coinvolgere tante altre persone: “Andrà tutto bene“.